Mi sono sempre chiesto come sia il campione e se è vero che c’è chi nasce dotato e chi no. E poi tra chi nasce dotato, chi è il più forte? Quello che nasce più dotato?
Nella mia esperienza, valutando diversi ragazzi, ero giunto alla conclusione che si parte da ciò che madre natura ci ha dato, ma poi bisogna lavorare nel modo più mirato possibile e soprattutto in tutte le sfaccettature che l’allenamento può avere.
Se guardiamo i campioni di ciclismo, uno su tutti Sagan, ci ha fatto vedere che non è solo un atleta dai picchi di potenza e dalla resistenza formidabile, ma che riesce a mettere assieme una serie di caratteristiche che lo fanno essere il più forte a fine gara. È dotato di equilibrio, di elasticità straordinaria (direi degna di un ginnasta), di moltissima coordinazione.
Mi chiedo quindi: è veramente un fenomeno o un grandissimo plauso va ai suoi allenatori? Io credo che loro siano riusciti a creare un vero atleta.
Perché affermo tutto questo?
Dalla letteratura emerge che quando dobbiamo alzare una penna il nostro corpo attiverà le fibre necessarie per alzarla, ossia le fibre di tipo 1. Se dobbiamo alzare un peso più elevato o meglio molto elevato, saranno attivate le fibre tipo 2; in base quindi alla mole del carico che dovremmo spostare, avremmo un’attivazione muscolare diversa. Oltre alle fibre di tipo 1 e tipo 2 abbiamo poi le fibre miste, o intermedie che sono una via di mezzo, e hanno caratteristiche che assomigliano un po’ alle fibre rosse un po’ alle bianche
Le FTa sono fibre veloci con alto potenziale glicolitico ed ossidativo sono quindi fibre che sviluppano sia la parte aerobica che anaerobica.
Le FTb invece sono fibre con un alto potenziale glicolitico.
In ogni area del corpo abbiamo fibre diverse che nel tempo si sono adattate alla funzione che hanno sempre svolto. Le fibre posturali, saranno rosse in quanto dovranno mantenere la postura per periodi di tempo lunghi. Quindi ad esempio i muscoli stabilizzatori della colonna saranno per lo più a fibre rosse. Le fibre bianche invece potremmo trovarle maggiormente nel quadricipite, visto che fin dall’antichità per scappare si è cercato di correre sempre più veloce.
Nasciamo quindi predisposti in un certo modo ma con un pool di fibre allenabili, le fibre intermedie appunto, che ci possono permettere di diventare velocisti piuttosto che fondisti. Gli atleti che oggi sono diventati esplosivi, o resistenti, lo devono sicuramente alla mole di allenamenti che nel tempo hanno fatto e che li ha portati a modificare le loro fibre nella richiesta del loro allenatore (e si spera del loro modello prestativo).
Ma queste fibre muscolari in che ordine si contraggono?
Le fibre lente si attivano per prime, (se devo produrre poca forza) e via via si attivano sempre più fibre rosse fino ad arrivare all’attivazione delle bianche per quando sarà richiesta tanta forza. Ogni muscolo dispone di una vasta gamma di unità motorie che vengono attivate in base al carico che si va ad applicare dall’esterno. Carichi massimali faranno attivare tutte le fibre.
L’attivazione avviene attraverso il potenziale d’azione, ossia un impulso elettrico generato nel sistema nervoso centrale e che alla velocità di 10m/s arriva ai muscoli.
Per generare il SNC a produrre il potenziale c’è bisogno di un impulso, di uno stimolo, di una reazione. È quindi importante, nello sport che l’atleta sia rapido nella risposta ad imput esterni affinchè il fischio d’inizio per esempio preveda una rapida risposta e un’attivazione immediata. Il risultato della prestazione poi dipende dalla coordinazione intra ed intermuscolare dell’atleta stesso e quindi l’allenatore dovrà essere bravo a stimolare entrambe le caratteristiche.
La capacità intramuscolare è la forza stessa dell’atleta ossia la capacità di attivare più unità muscolari in risposta allo stimolo. È misurabile con strumenti specifici, e proprio qui si vede che non è sempre l’atleta più forte a vincere ma è quello che avrà un’ottima capacità intermuscolare, ossia che sarà in grado di attivare in corretta sequenza i muscoli, che risulterà quindi meno goffo all’occhio e più efficace sul cronometro.
La forza infatti dovrà essere basata sull’unità di tempo. Quindi un atleta non allenato non sarà forte ma anche uno super allento ma non coordinato non sarà efficace. È proprio questa coordinazione che deve essere allenata, partendo dai lavori neuromuscolari, che quindi migliorano la sincronizzazione tra Sistema nervoso e apparato muscolare facendo migliorare la performance.